L’IMU, a quanto pare, è storia passata. Dove reperire, però, i soldi necessari a coprire il buco della tassa sugli immobili? Ovviamente, una buona fetta arriverà dall’aumento della tassazione sui giochi.
L’IMU, a quanto pare, è storia passata. Dove reperire, però, i soldi necessari a coprire il buco della tassa sugli immobili? Ovviamente, una buona fetta arriverà dall’aumento della tassazione sui giochi.
L’IMU, a quanto pare, è storia passata. Dove reperire, però, i soldi necessari a coprire il buco della tassa sugli immobili? Ovviamente, una buona fetta arriverà dall’aumento della tassazione sui giochi.
Il Governo, per coprire la mancanza di entrate derivanti dall’IMU, ha instaurato un’aumento sui giochi, nonché sul prezzo dei bolli e delle sigarette. Si è parlato molto di questo, al Consiglio dei Ministri, dove si è data la priorità assoluta nel coprire velocemente la prima rata della tassa sugli immobili. Ciò, secondo le comunicazioni del Premier Letta, “arriverà da una riduzione della spesa pubblica, da una tassazione sui giochi e le imprese che ruotano sul gioco”.
Una strategia, quella messa in piedi dal Governo Letta, che si ripercuote inevitabilmente sul mercato del gaming a distanza, a maggior ragione a quello del poker online, dove in Italia, si sa, la tassazione è decisamente elevata sia negli Mtt che nel cash game. Data l’enorme difficoltà di un mercato già in forte recessione, l’aggravio fiscale potrebbe rappresentare l’eccidio definitivo di un gioco che, negli anni passati, ha spopolato in tutto il mondo.
Il momento è arrivato. Ora non resta che capire quali giochi subiranno l’aggravio fiscale. I giochi online? Oppure quelli fisici, come le slot, i gratta e vinci e il lotto? Per questi ultimi, la scelta sarebbe decisamente più appropriata, ma in Italia, come è risaputo, le scelte spesso non rappresentano la decisione più appropriata.